Gli ad blocker sono diventati strumenti essenziali per navigare su Internet con maggiore serenità e sicurezza. Questo articolo affronterà più da vicino il concetto di ad blocker, descrivendo dettagliatamente cos’è, come funziona e le possibili ramificazioni che derivano dal suo utilizzo. Affronteremo anche l’aspetto legale, in particolare dal punto di vista italiano, e vedremo sia i vantaggi che i possibili svantaggi legati all’utilizzo di questo strumento.
Cos’è un ad blocker e come funziona?
Un ad blocker è un software o un’estensione per browser progettata per filtrare i contenuti pubblicitari e impedire che questi vengano mostrati durante la navigazione su Internet. Questi strumenti analizzano le pagine web in tempo reale per identificare e bloccare elementi tipicamente utilizzati per le pubblicità, come banner, pop-up, video pubblicitari e annunci intrusivi, ancora prima che possano essere mostrati sullo schermo dell’utente.
Dal punto di vista tecnico, il funzionamento di un ad blocker si basa sulla sua capacità di riconoscere gli annunci attraverso liste di filtraggio aggiornate. Questi elenchi, composti da regole e criteri specifici, definiscono quali elementi debbano essere bloccati e quali possano essere mostrati.
Quando visiti una pagina web, l’ad blocker confronta gli elementi della pagina con queste liste; se un elemento corrisponde a uno di quelli da bloccare secondo la lista, l’ad blocker interviene preventivamente per impedirne il caricamento.
Gli ad blocker utilizzano vari metodi per svolgere la propria funzione, fra cui anche l’alterazione delle richieste HTTP/HTTPS inviate dai browser ai server, al fine di bloccare le richieste dirette a domini noti per la pubblicità.
Alcuni ad blocker non si limitano a ciò, arrivando anche a bloccare gli script di tracciamento, per tutelare in maniera più efficace la privacy dell’utente, oltre a ridurre il consumo di dati e abbassare i tempi di caricamento delle pagine.
La personalizzazione è un altro aspetto fondamentale di questo tool: gli utenti possono spesso aggiungere siti web a una “white list”, consentendo allo strumento di mostrare gli annunci su determinati portali. In questo modo, sarà possibile sostenere i creatori di contenuti online che fanno affidamento sulle entrate pubblicitarie.
Gli ad blocker sono sicuri?
Gli ad blocker sono considerati uno strumento sicuro e possono, anzi, aumentare la sicurezza online dell’utente, filtrando contenuti potenzialmente malevoli come annunci ingannevoli o veicoli di malware.
Tuttavia, la sicurezza di un ad blocker dipende in larga misura dall’affidabilità della società che l’ha sviluppato e dalla metodologia di aggiornamento delle liste di filtraggio. Per questo motivo, bisogna scegliere ad blocker affidabili, preferendo quelli con recensioni positive online e un track record costituito da aggiornamenti regolari.
Fatte queste precisazioni, va ricordato che gli ad blocker, per quanto possano aiutarti a eliminare le pubblicità dal cellulare, non sostituiscono le soluzioni antivirus vere e proprie: piuttosto, vanno considerati come uno strato di protezione in più, a complemento di software di sicurezza, dato che si “limitano” a bloccare annunci e script potenzialmente pericolosi prima che possano causare danni.
L’uso di ad blocker è legale in Italia?
In Italia, l’uso degli ad blocker non è regolamentato da leggi specifiche che ne vietano esplicitamente l’utilizzo.
A livello legale, quindi, gli ad blocker si inseriscono in una zona grigia, in modo simile a quanto accade in molti altri Paesi europei, dove non esistono precedenti legislativi diretti. Tuttavia, le pratiche e gli strumenti volti al blocco degli annunci possono essere ricondotti ai principi di libertà individuale nell’uso di Internet, che permettono agli utenti di personalizzare la propria esperienza online.
Nonostante ciò, possono emergere comunque dei dubbi in relazione al diritto d’autore e alla concorrenza sleale, soprattutto nel caso in cui gli ad blocker influenzano negativamente i siti web che dipendono dalle entrate pubblicitarie.
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Pro e contro degli ad blocker
Come quasi tutti gli strumenti digitali, gli ad blocker non sono positivi o negativi di per sé. Spesso, infatti, è l’utilizzo pratico che fa la differenza. Per saperne di più a riguardo, abbiamo stilato un elenco con i principali pro e contro di questa tecnologia.
I pro
Miglioramento dell’esperienza utente: bloccando gli annunci più fastidiosi, gli ad blocker possono rendere la navigazione web più fluida e con meno distrazioni.Aumento della velocità di caricamento delle pagine: rimuovendo gli annunci, che spesso sono pesanti in termini di dati, le pagine web possono caricarsi più velocemente, portando a un risparmio di tempo significativo durante la navigazione.Riduzione del consumo di dati: per gli utenti che navigano tramite abbonamenti con soglie di dati, gli ad blocker possono ridurre i consumi, bloccando il caricamento di contenuti pubblicitari indesiderati.Maggiore tutela della privacy: bloccando tracker e cookie di terze parti, gli ad blocker possono proteggere la privacy degli utenti, limitando la raccolta di dati relativi alle loro abitudini online.I contro
Impatto sui content creator: molti siti web, fra cui Youtube, prevedono programmi di partnership che retribuiscono i creatori di contenuti tramite una percentuale delle entrate pubblicitarie. L’uso diffuso degli ad blocker può ridurre significativamente questi guadagni, limitando la quantità e la qualità dei contenuti gratuiti disponibili.Rischio di bloccare contenuti utili: a volte, gli ad blocker possono essere troppo invasivi, bloccando elementi non pubblicitari come pulsanti di social media o menù di navigazione, limitando di conseguenza le funzionalità di alcuni siti.Falsa sicurezza: sebbene possano bloccare molti annunci fastidiosi o dannosi, gli ad blocker non sono una soluzione efficace a 360° per la sicurezza online e non sostituiscono i software antivirus.Problemi etici e legali: l’approccio di alcuni ad blocker al “whitelisting” a pagamento (che permette ad alcuni annunci di passare attraverso il filtro) solleva dubbi dal punto di vista etico e, in alcuni contesti, preoccupazioni legali riguardo alla trasparenza e alla concorrenza.Ad blocker e privacy degli utenti
Gli ad blocker possono avere un ruolo significativo nella tutela della privacy degli utenti, garantendo una certa protezione contro il tracciamento invasivo e la raccolta di dati personali senza consenso.
Fungendo come una sorta di filtro tra l’utente e il web, impediscono a script e tracker pubblicitari di caricarsi e attivarsi sulle pagine visitate. In questo modo, si limita la capacità di raccogliere informazioni dettagliate sul comportamento di navigazione da parte degli inserzionisti, oltre che sulle preferenze e le interazioni degli utenti con i contenuti online.
La maggior parte degli ad blocker moderni non si limita a bloccare semplicemente gli annunci, ma offre anche funzionalità specifiche per proteggere la privacy. Ad esempio, bloccando i tracker di terze parti che tentano di profilare gli utenti, sulla base delle attività online.
Inoltre, alcuni strumenti offrono la possibilità di oscurare o falsificare elementi di identificazione digitale come la browsing fingerprint, ovvero l’impronta digitale che viene lasciata sul browser, rendendo più difficile per i siti web e gli inserzionisti tracciare gli utenti.
Tuttavia, è importante notare che gli ad blocker non costituiscono il famoso “proiettile d’argento” per la privacy online. Non possono bloccare tutti i tipi di tracciamento o proteggere contro tutte le forme di sorveglianza digitale. Ecco perché non si può pensare che l’adblock e la VPN siano intercambiabili, dato che il secondo strumento può nascondere l’indirizzo IP mentre il primo no.
Inoltre, bisogna sottolineare che la configurazione e l’uso consapevole degli ad blocker possono fare la differenza: gli utenti dovrebbero scegliere strumenti affidabili e configurarli correttamente per massimizzare gli effetti positivi.
Ad blocker e social network
Sebbene non possano bloccare un sito, gli ad blocker possono influenzare in modo significativo l’utilizzo dei social. Piattaforme come Facebook, Twitter, Instagram e YouTube, integrano pubblicità mirate e sofisticati sistemi di tracciamento per personalizzare gli annunci in base all’attività online degli utenti.
Gli ad blocker possono limitare la visibilità di questi annunci, migliorando l’esperienza dell’utente sui social network, riducendo le distrazioni e tutelando potenzialmente la privacy.
Tuttavia, l’efficacia degli ad blocker sui social network è complicata dal livello di integrazione della pubblicità nelle piattaforme. I social network, spesso, aggirano i filtri degli ad blocker attraverso tecniche come i “contenuti sponsorizzati” o gli annunci “native”, che si mescolano con i contenuti “normali”, rendendo più difficile per gli ad blocker distinguere tra i due.
Inoltre, l’uso degli ad blocker può innescare una sorta di corsa agli armamenti tecnologica, nella quale i social network aggiornano continuamente i loro metodi per bypassare i blocchi, e gli sviluppatori di ad blocker rispondono con nuove tecniche di filtraggio. Questo può portare a una user experience altalenante, con alcune pubblicità che vengono bloccate mentre altre no.
Un’altra considerazione da fare riguarda l’impatto economico sui social media che si affidano in gran parte alle entrate pubblicitarie. Un uso diffuso degli ad blocker potrebbe costringere queste piattaforme a cercare alternative per la monetizzazione, tra cui abbonamenti a pagamento o limitazioni delle funzionalità per gli utenti che utilizzano ad blocker.
Qual è il futuro degli ad blocker?
Il futuro degli ad blocker è incerto, ma sembra diretto verso una continua evoluzione, sia in termini tecnologici che di regolamentazione. Visto l’aumento dei rischi per la privacy e la sicurezza online, è probabile che la richiesta di ad blocker continui a crescere.
Tuttavia, questo aumento della domanda potrebbe spingere gli inserzionisti e i creatori di contenuti a cercare nuove strategie per monetizzare, sviluppando pubblicità diverse. Si potrebbe quindi assistere ad un aumento dell’uso di contenuti sponsorizzati o di tecniche di marketing meno dirette, che sfuggono ai tradizionali filtri degli ad blocker.